I gruppi extraparlamentari

A determinare l’urgenza dell’organizzazione contribuì il clima politico e repressivo che si manifestò in Italia quasi parallelamente alle lotte studentesche e operaie. Subito, a partire già dai primi mesi del 1969, si assisteva, da parte del potere statale,  ad un uso sempre più massiccio e violento delle forze di polizia, che si combinava con le azioni strumentali e non dei neofascisti e con quelle dei corpi separati o deviato dei servizi segreti. L’anno 1969 si era aperto con i fatti della Bussola di Viareggio dove lo studente Soriano Ceccanti era stato gravemente ferito da un colpo di pistola sparato dai carabinieri. Contemporaneamente la parte più reazionaria della magistratura ricorreva ampiamente agli articoli del codice Rocco che ben si prestavano a colpire la libertà di espressione, di associazione e di manifestazione: nel 1969 in soli tre mesi, vennero denunciate oltre 13 mila persone: braccianti, operai, studenti dipendenti comunali.

Il 1969 si concludeva con la strage di Piazza Fontana a Milano del 12 dicembre, strage che segnò una cesura nella storia dell’Italia repubblicana, in quanto una parte consistente “dell’apparato statale passò consapevolmente all’illegalità, si pose come potere criminale, continuando ad occupare istituzioni vitali”; Piazza Fontana “semina e ingigantisce la paura del golpe” diventa “snodo rilevantissimo della vicenda italiana”, rappresenta il passaggio della repressione statale dei movimenti e delle lotte dalle “tecniche frontali, ma firmate”  a quelle “indirette e occulte dei poteri di repressione, sicurezza e provocazione”[2]. La strage segnava una indubbia svolta politica, un cambiamento di clima profondo per un’intera generazione, la quale fu impressionata da due esperienze vitali, forti e opposte: il ‘68 (e il 69 operaio) da una parte, e Piazza Fontana, Pinelli, Valpreda dall’altra. L’allegria e la morte, la luminosità e il torbido, la confidenza e la paura, la cordialità e il senso di persecuzione. 

La necessità dell’organizzazione nasceva dunque anche dal bisogno di proteggersi dall’aggressione subdola da parte delle forze della repressione, dalle violenze fasciste al pericolo di infiltrazioni poliziesche. La scelta do costruire delle organizzazioni politiche fu vissuta non come un ripiegamento, ma come un ulteriore avanzamento, un passo avanti, utile e necessario per conservare le posizioni acquisite e per affrontare meglio il percorso rivoluzionario che, allora, sembrava immediatamente davanti agli occhi dei protagonisti.

di Diego Giachetti

da:Gli anni della rivolta. 1960-1980: prima, durante e dopo il '68, a cura di Fabrizio Billi, Edizioni Punto Rosso-Archivio storico della Nuova Sinistra "Marco Pezzi", Milano, 2001.


Lotta Continua

Lotta Continua, forma breve LC, fu una delle maggiori formazioni della sinistra extraparlamentare italiana, di orientamento comunista[2] rivoluzionario e operaista, tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni settanta. Politicamente a supporto della lotta armata, nacque nell'autunno del 1969 in seguito a una scissione in seno al Movimento operai-studenti di Torino che aveva infiammato l'estate delle lotte all'Università e alla FIAT (l'altra parte si costituì in Potere Operaio, con base nel nord-est, poi nell'Autonomia). LC si distingueva dagli altri gruppi per il movimentismo più spiccato, l'eterodossia e la critica ai regimi comunisti..continua a leggere

Avanguardia Operaia

L'organizzazione comunista Avanguardia operaia (AO) fu un'organizzazione extraparlamentare di estrema sinistra attiva dal 1968, nel periodo della contestazione, al 1978, quando si sciolse in Democrazia Proletaria, della cui alleanza elettorale faceva parte sin dal 1975...continua a leggere

Potere Operaio

Il gruppo politico trasse origine dal nucleo redazionale della rivista "La Classe" (già parte della redazione di Classe operaia). Potere Operaio si propose l'obiettivo di distinguersi per una analisi teorico-politica volta all'esplicitazione della cosiddetta "linea di massa" collegandosi alle lotte operaie in funzione della costruzione di una organizzazione autonoma dai partiti di sinistra della classe operaia...continua a leggere

Il Movimento studentesco

Movimento Studentesco (MS) fu un'organizzazione extraparlamentare studentesca di sinistra, attiva in molti atenei d'Italia, particolarmente a Milano, tra i primi anni sessanta e il 1976.

All'inizio degli anni sessanta l'incremento del livello culturale e la maturazione della società permisero agli studenti medi e universitari di chiedere delle riforme e di ottenere maggiore partecipazione alle decisioni che riguardavano le attività scolastiche...continua a leggere


I contenuti di questa pagina si possono trovare al portale di Wikipedia l'enciclopedia libera

o al portale youtube.com