I film italiani degli anni 70

Gli anni 70 sono stati un periodo molto prolifico, soprattutto dal punto di vista qualitativo, per il cinema italiano, anche se, purtroppo, quel decennio viene ricordato più per il fenomeno delle commedie sexy che per i tanti capolavori d’autore riconosciuti come tali anche all’estero. In realtà, come ben sanno i veri cinefili, i film italiani degli anni 70 hanno fatto scuola nel mondo, creando generi – pensiamo per esempio alle pellicole sociali e di denuncia – in seguito scopiazzati dalla stessa Hollywood, e facendo man bassa di riconoscimenti nei grandi festival internazionali.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress

 

 

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto[1970]

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Eccezionale film politico firmato Elio Petri e con un magistrale Gianmaria Volonté nel ruolo del protagonista, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto [1970] va inquadrato nel particolarissimo periodo storico in cui fu girato, subito dopo il ’68 e appena prima il diffondersi del terrorismo. La trama narra la vicenda di un potente dirigente di polizia che si macchia dell’assassinio della propria amante ma su cui nessuno, nonostante la sua colpevolezza risulti sempre più evidente, sembra intenzionato a indagare perchè, come recita la citazione kafkiana che chiude il film, ‘egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano‘.

 

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto vince il Grand Prix Speciale del Festival di Cannes e il Premio Oscar 1971 come miglior film straniero.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


Il Decameron [1971]

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Il Decameron [1971] è il primo capitolo della cosiddetta ‘trilogia della vita‘ di Pierpaolo Pasolini, completata in seguito da I racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte. Ovviamente tratto dalle novelle di Boccaccio, il film è suddiviso in nove episodi ispirati al sesso, che Pasolini sdogana impunemente inserendo nella pellicola molte scene di nudo integrale, anche maschile, che scandalizzarono non poco i benpensanti dell’epoca. Il Decameron, interpretato dagli attori-feticcio del celebre regista, Franco Citti e Ninetto Davoli, viene tutt’oggi considerato un capolavoro, anche se probabilmente ha avuto l’involontario demerito di dare il via al volgare filone delle sexy commedie ‘boccaccesche’ che hanno infestato il cinema italiano anni 70.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


Giù la testa [1971]

 

 

Giù la testa [1971] è l’ultimo colpo di coda del periodo western di Sergio Leone e il secondo film della ‘trilogia del tempo‘, iniziata con C’era una volta il West e conclusa molti anni dopo con C’era una volta in America. Ambientato nel periodo della rivoluzione messicana del 1916, Giù la testa poteva vantare un eccezionale cast con i divi hollywoodiani Rod Steiger e James Coburn e il nostro Romolo Valli. Famosissima anche la colonna sonora di Ennio Morricone, considerata una delle più belle in assoluto del leggendario compositore.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


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Amarcord [1975]

 

 

Mitico e autobiografico capolavoro di Federico Fellini che, fra i tanti meriti, ha regalato alla lingua italiana il neologismo ‘amarcord‘ – dal dialetto romagnolo ‘a m’arcord’ ovvero ‘io mi ricordo’ – come sinonimo di rievocazione in chiave nostalgica. Il film narra la storia del giovane Titta, alter ego di Fellini, e della sua famiglia nella Rimini degli anni Trenta, in un susseguirsi di episodi semplici ma significativi di vita vissuta. I principali attori di Amarcord [1973] sono Bruno Zanin, Pupella Maggio, Armando Brangia e, tra gli altri, un indimenticabile Ciccio Ingrassia nei panni dello zio matto. Il film si aggiudica una valanga di premi tra cui, inevitabile, l’Oscar al film straniero nel ’75.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


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Profumo di donna [1974]

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Se avete amato l’ottimo Scent of Woman con Al Pacino, sappiate che altro non si tratta di un remake dello splendido Profumo di donna [1974] di Dino Risi con un Vittorio Gassman più mattatore che mai. La trama è nota, un capitano in pensione, cieco ma donnaiolo impenitente, si fa accompagnare nelle sue peripezie da un giovanotto serio e riservato: dall’anomala frequentazione trarranno entrambi una bella lezione di vita. Oltre a Gassman, nel cast la bellissima Agostina Belli e il ventenne Alessandro Momo che conoscerà un tragico destino poche settimane dopo la fine delle riprese del film.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


Amici miei [1975]

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Amici miei [1975] di Mario Monicelli narra le divertenti avventure, meglio note come ‘zingarate‘, di un gruppo di 5 inseparabili amici fiorentini: il conte Mascetti alias Ugo Tognazzi, l’architetto Melandri a cui presta il volto Gastone Moschin, il giornalista Perozzi interpretato da Philippe Noiret, il barista Necchi ovvero Dulio Del Prete e il chirurgo Sassaroli, cioè Adolfo Celi, che con scherzi e bravate anche di cattivo gusto – una delle loro vittime preferite è il pensionato Righi, ossia Bernard Blier – cercano di esorcizzare l’età che avanza e i rispettivi fallimenti. Amici miei, anche se molto spassoso, nasconde in effetti un retrogusto amaro che ha il suo culmine alla fine del film con la morte per infarto del Perozzi. Il successivo funerale, però, rimette la trama sui prevedibili binari dell’allegria.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


Profondo Rosso

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 Ascolta la colonna sonora suonata dai Goblin qui

 

 

Cult horror di Dario Argento, Profondo Rosso [1975] è senz’altro uno dei migliori film degli anni 70, ma non solo, del maestro del brivido. E’ la storia di un pianista jazz coinvolto, suo malgrado, in una catena di efferati omicidi che testardatamente si impegna a risolvere con l’aiuto di una svampita giornalista. Le palpitanti scene del film sono impreziosite dalla magnifica colonna sonora dei Goblin. Nel cast, David Hemmings nei panni del pianista Marcus Daly, Daria Nicolodi – all’epoca compagna di Dario Argento e di lì a poco mamma di Asia – in quelli di Gianna Brezzi, Gabriele Lavia, Eros Pagni e, in un inquietante cameo, la diva degli anni ’30-’40 Clara Calamai.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


Novecento atto I e Novecento atto II [1976]

 

Monumentale opera cinematografica che per la sua enorme durata, oltre 5 ore di pellicola, il regista Bernardo Bertolucci fu costretto a proporre in due fasi successive, Novecento atto I e Novecento atto II [1976], racconta la storia di due italiani nati lo stesso giorno in una fattoria emiliana, ma dalle origini diametralmente opposte: uno, Alfredo Berlinghieri alias Robert De Niro, è il figlio del padrone, l’altro, Olmo Dalcò interpretato da Gerard Depardieu, è figlio di una povera contadina. Attraverso il controverso rapporto fra i due coetanei, profondamente diversi ma legati da un’indissolubile amicizia, vengono mostrati i grandi eventi che segnarono 40 anni di storia italiana: le prime lotte contadine, la Grande Guerra, il fascismo, la Resistenza e la liberazione. Oltre ai succitati divi, il sontuoso cast del film prevedeva Burt Lancaster, Donald Sutherland, Dominique Sanda, Alida Valli, Sterling Hayden, Stefania Sandrelli e Laura Betti.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


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Brutti, sporchi e cattivi [1976]

 

Ettore Scola disegna il formidabile quadretto di una numerosissima e disastrata famiglia pugliese emigrata a Roma, che abita in una baraccopoli in un contesto di grande indigenza e inaudita promiscuità. Il protagonista indiscusso della vicenda è il padre-padrone Giacinto Mazzatella, un maestoso Nino Manfredi, che vive col terrore che i suoi familiari possano rubargli il milione di lire che ha riscosso dall’assicurazione dopo aver perso un occhio. La trama di Brutti, sporchi e cattivi [1976] si dipana tra gag divertenti e ritratti di indicibile miseria umana che fanno meritare al film il premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


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La casa dalle finestre che ridono [1976]

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Conosciuto oggi per le sue commedie leggere e garbate, negli anni 70 il regista bolognese Pupi Avati era invece specializzato in horror ambientati nella nebbiosa provincia padana: fra questi il migliore resta senza dubbio La casa dalle finestre che ridono [1976], l’inquietante storia di un pittore folle – morto 40 anni prima – specializzato nel raffigurare agonie, e di una serie di delitti che sembrano in modo sinistro ricondurre alla stravagante pratica dell’artista. Apprezzato più dalla critica che dal pubblico al momento dell’uscita, il film è poi diventato un irrinunciabile cult fra gli amanti dell’horror all’italiana. Nel cast: Lino Capolicchio, Francesca Marciano, Gianni Cavina e Pietro Brambilla.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


Un borghese piccolo piccolo [1977]

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Un borghese piccolo piccolo [1977] di Mario Monicelli è la storia di un umile impiegato prossimo alla pensione, un sublime Alberto Sordi nell’interpretazione più efficace della sua luminosa carriera, pronto a tutto affinché il suo posto venga assegnato al figlio neo-ragioniere. Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando il figlio viene coinvolto in una rapina, rimanendo ucciso. A quel punto si scatena, nell’ormai perduto equilibrio mentale dell’impiegato, un sorprendente quanto irrinunciabile desiderio di vendetta che lo porta a vestire, con singolare ferocia, i panni di un insolito ‘giustiziere della notte’. Questo grande film italiano anni 70 ha visto la partecipazione, oltre che del mitico Albertone, anche di Shelley Winters, Vincenzo Crocitti e Romolo Valli.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


Una giornata particolare [1977]

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Bellissimo film di Ettore Scola, Una giornata particolare [1977] si aggiudica il Golden Globe ’78 come miglior film straniero. Sullo sfondo della storica visita di Hitler a Roma del 3 maggio 1938, in un palazzone semi-deserto di un popoloso quartiere romano si consuma il tenero e impossibile rapporto tra una casalinga frustrata, Sophia Loren, condannata al ruolo di ‘serva’ e di semplice procreatrice nella concezione fascista della famiglia, e un impiegato gay dell’EIAR, Marcello Mastroianni, destinato al confino per il suo orientamento sessuale. La loro ‘giornata particolare’ si conclude senza lieto fine, riportandoli alla cruda realtà.

Pubblicato da Raffaele Dambra Giovedì 28 maggio 2015 NanoPress


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