Il Cinema anni 70

Perciò Ecco l'impero dei sensi (e in modo meno implacabile, quindi invecchiato peggio, Ultimo tango a Parigi) deve mostrare che l'estremismo di Eros raggiunge Thanatos, Salò deve essere letteralmente oltre che psicanaliticamente insopportabile per inchiodare il nuovo potere consumista e ogni potere come fascista, Dillinger è morto deve raggiungere l'afasia, l'astrazione, il non sequitur per svelare una società assurda. Raccontare esperienze estreme con visioni estreme. È un cinema di immagini forti, come la distesa di carne putrescente lasciata ai cani che chiude La grande abbuffata. Per lo spettatore la crudeltà, alla Artaud, conferisce all'operazione un valore ulteriore: la visione della cosa nuda costringe a fare i conti con l'immagine di sé che si era costruito. Il buon borghese moderato può scoprire che i fascisti o i pornografi non sono sempre gli altri.

nostri anni sono diversi. In una polarizzazione sempre più accentuata nei confronti di un mondo sempre più spaventosamente razzista, maschilista, intollerante che elegge uomini come Bolsonaro o Donald Trump il dibattitto culturale (e nello specifico cinematografico) si è avvitato sui temi del politically correct, della rappresentazione, della diversity. Le cose prendono pieghe tragicomiche quando ci si mette a valutare film contando la percentuale di personaggi per ogni gruppo sociale - o apertamente demenziali quando Dunkirk viene accusato di sessismo perchè i soldati sono tutti uomini. È indubbio invece come il maggiore spazio dato a voci "altre" o il lento erodersi del soffitto di vetro per quanto riguarda le donne-regista siano esempi di conquiste importanti e promettenti.

Consideriamo due film usciti quest'anno, Love, Simon e Black Panther, e quanto è cambiato il cinema "di sinistra". Ovviamente si parla di prodotti di entertainment senza ambizioni artistiche, dove nessuno pretende di trovare l'avanguardia e la decostruzione. Illustrano però una visione del mondo. Entrambi sono stati fenomeni in quanto "prime volte": il primo teen movie con protagonista omosessuale; il primo film di supereroi Marvel "all black". In entrambi i casi il valore sociale - le pari opportunità in termini di modelli proiettivi - e l'interesse sociologico sono fuori discussione. Ma per il resto?

Il mondo nel quale si muove il giovane Simon è completamente aproblematico, un paradiso di tolleranza (per ricchi). La famiglia e la scuola sono sante, la diversity impone un ambiente pacificato post-razziale, i valori dei padri non sono mai discussi tanto più che sono tutti così accoglienti con un teenager che sta scoprendo la propria sessualità. Se è sicuramente scorretto l'accostamento con Il fascino discreto della borghesia, colpisce il ripiegamento reazionario nel confronto con le high school comedy anarchiche anni ottanta come Una pazza giornata di vacanza o The breakfast club. Ugualmente Black Panther fa sua aproblematicamente l'ideologia del progresso, dello sviluppo e della gerarchia che fu il framework ideologico di colonialismo e razzismo. Non immagina un altro mondo, mette solo i neri al posto dei bianchi.

Il cinema pare raccontare un mondo alla Hillary Clinton in cui tutto è sacro: sia il capitalismo e la sua struttura socioeconomica sia ogni minoranza cui, nell'epoca dei fragili ego da echo chamber, è garantita una rappresentazione senza macchie. Mitizzare il passato non è mai una buona idea prima di tutto perché ci raggiunge sempre selezionato e deformato e poi perché, in ogni caso, quel passato non può tornare. Tuttavia potrebbe servirci lo spirito dei settanta - quell'oltranzismo, quell'iconoclastia - se vogliamo disturbare le messe cantate.

 

DI ALESSANDRO RONCHI  esquire.com